La rivista della DSC per
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DEZA
Testo: di Zélie SchallerEdizione: 02/2022

In Kosovo, la disoccupazione giovanile sfiora il 50 per cento. Per migliorare le prospettive di lavoro dei giovani sono stati creati corsi di formazione che soddisfano le esigenze di economia, centri di orientamento professionale e portali online.

Tramite corsi di formazione si favorisce l’integrazione professionale dei giovani in Kosovo, Paese con un tasso di disoccupazione che sfiora il 50 per cento.  © Retail Association of Kosovo
Tramite corsi di formazione si favorisce l’integrazione professionale dei giovani in Kosovo, Paese con un tasso di disoccupazione che sfiora il 50 per cento. © Retail Association of Kosovo

«Gli incontri formativi organizzati dal centro di orientamento professionale mi hanno aiutato a preparare il mio dossier di candidatura per trovare un posto di lavoro. Inoltre ho acquisito competenze relazionali per collaborare in un team, abilità che sono utili nella quotidianità professionale e nella vita di tutti i giorni», racconta Ylli Derri. Il giovane lavora presso un negozio di mobili e frequenta la scuola professionale di Gjakovë, in Kosovo. Ha beneficiato del progetto «Promoting Youth Employment» volto a ridurre la disoccupazione giovanile. L’iniziativa è sostenuta dalla DSC ed è realizzata dall’ONG svizzera Helvetas in collaborazione con l’organizzazione locale MDA.

In Kosovo, circa il 55 per cento della popolazione ha meno di 30 anni. Un atout che la giovane repubblica non è ancora riuscita a sfruttare. L’economia è fragile e l’anno scorso è stata colpita duramente dalla pandemia di COVID-19. Inoltre, il mercato del lavoro è insidiato dal nepotismo. Sono soprattutto i giovani a subirne le conseguenze. La disoccupazione tra i 15-24enni è elevata e sfiora il 50 per cento. Non vedendo alcun futuro nel loro Paese, in molti emigrano. E così oltre un quinto della popolazione vive all’estero.

Dalla scuola al mondo del lavoro

Il progetto «Promoting Youth Employment» migliora l’informazione, l’orientamento professionale, la formazione e il collocamento. L’obiettivo principale è aiutare i giovani d’età compresa tra i 18 e i 35 anni nella ricerca di un impiego. L’accesso alle informazioni sulle opportunità di formazione e di lavoro è un problema, soprattutto per le minoranze serbe, bosniache o rom che non parlano albanese. Per questo motivo è stata avviata una collaborazione con Media Center, un mezzo di comunicazione indipendente di lingua serba molto noto in Kosovo.

«Media Center promuove l’occupazione attraverso un programma televisivo bimensile che diffonde interviste con giovani uomini e donne disoccupati di diverse comunità e con aziende e istituti che propongono formazioni informali», spiega Albina Berisha, la responsabile del progetto.

Il progetto ha favorito lo sviluppo di centri specializzati in materia di orientamento professionale all’interno degli istituti scolastici. Questi centri di consulenza aiutano i giovani e le giovani a decidere quale percorso seguire alla fine dell’obbligatorietà scolastica. È così che Ylli Derri è riuscito a trovare la sua strada. «Il coordinatore del centro di orientamento professionale mi ha indirizzato verso una professione grafica, visto che ho talento artistico», spiega il giovane. «Studierò design grafico all’università».

Pratiche professionali e corsi di formazione

«Questo modello finanziato dallo Stato sta prendendo piede in tutto il Paese. Il governo intende stringere partenariati pubblico-privati», spiega Albina Berisha. Ad esempio, i centri di orientamento professionale organizzano con le aziende degli stage al termine dei quali a molti studenti viene offerto un impiego. «Come membro della comunità imprenditoriale, è nel nostro interesse lavorare a stretto contatto con i centri di orientamento professionale e permettere degli stage durante i corsi visto che i giovani sono i nostri futuri dipendenti. In questo modo, investiamo indirettamente nelle nostre imprese», afferma Bledar Krasniqi, imprenditore di Malishevë, città situata nel centro del Paese.

Oltre ai centri di orientamento professionale, il progetto sostiene anche strutture di formazione informale che offrono pratiche professionali non disponibili nel sistema formativo formale e che durano da una settimana a sei mesi. Può essere un apprendistato abbreviato o un corso. Nuovi moduli vengono sviluppati in base alle necessità e alla domanda del settore privato. Finora è già stata creata un’ottantina di cicli di formazione che interessano settori fondamentali come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la lavorazione del legno, la ristorazione, la lavorazione dei metalli e la vendita al dettaglio. «Si tratta di settori economici in piena espansione che necessitano di manodopera», spiega Albina Berisha. «I centri di formazione e i datori di lavoro aiutano i giovani ad acquisire le competenze tecniche e sociali adatte alla professione».

Tra questi giovani in cerca d’impiego c’è anche Anida Basha. La ragazza ha seguito una formazione nel ramo del design grafico che le ha permesso di conoscere le varie fasi di un processo creativo, di approfondire le varie tecniche e di implementarle in un progetto. «Ora sono più sicura e grazie alle competenze acquisite durante il corso United Pixels potrò accedere più facilmente al mercato del lavoro», si rallegra la giovane.

Pubblicare i posti di lavoro online

Un altro elemento del progetto riguarda il collocamento. Per migliorarlo ci si è rivolti ad agenzie di reclutamento, cacciatori di teste e agenzie interinali. Inoltre, sono state sviluppate due piattaforme web per pubblicare in internet gli annunci di lavoro. «Le aziende avevano l’abitudine di esporre le offerte d’impiego in bacheca o si affidavano al passaparola, senza fare alcuna pubblicità», spiega Albina Berisha.

Ora i posti di lavoro vacanti sono più visibili, il sistema di formazione è maggiormente orientato alle esigenze del mercato e i servizi per mettere in contatto giovani e imprese sono stati migliorati. Come risultato, quasi 12'000 giovani kosovare e kosovari hanno trovato un impiego che corrisponde al loro profilo.

Sostegno ai gruppi marginalizzati

Il progetto «Promoting Youth Employment» ha sostenuto iniziative pilota rivolte alle minoranze marginalizzate, in particolare le popolazioni rom, ashkali ed egiziane che vivono in Kosovo. Due partner hanno proposto una formazione in materia di sicurezza sul lavoro nel settore agricolo ad oltre un migliaio di persone di queste comunità. Circa la metà ha trovato un impiego informale e stagionale in questo ramo professionale. Sono state migliorate anche le competenze delle donne, offrendo loro una formazione avanzata nel commercio al dettaglio. In questo modo hanno maggiori chance di occupare posizioni migliori, mentre nel settore della panetteria e della pasticceria, in meno di due anni oltre 700 donne hanno seguito nuovi moduli di formazione.

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