Promuovere la ricerca interdisciplinare e transnazionale per lottare contro la povertà e favorire il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030. È stato questo l'obiettivo principale di un programma finanziato dalla Svizzera.
Le popolazioni colpite devono poter decidere autonomamente in merito agli aiuti umanitari che arrivano sul posto. La Svizzera, in qualità di copresidente di un gruppo di lavoro internazionale, promuove questo nuovo approccio.
La Banca mondiale ha definito il tasso di povertà estrema, una definizione che è onnipresente nella cooperazione internazionale. L'anno scorso tale soglia è stata portata da 1,90$ al giorno a 2,15$. Tra gli esperti c'è però dissenso sulla validità di questo indicatore.
Scarse prospettive professionali, crisi economica, inflazione e un governo incapace di mantenere le promesse elettorali. La gioventù mongola è delusa dalla classe dirigente e dalla cattiva amministrazione. Però non si arrende e lotta per l'emancipazione femminile e la partecipazione politica.
La religione può essere fonte di conflitti ma anche promotrice di sviluppo.
Carta bianca
Per decenni, l’Albania è stata considerata uno dei Paesi più isolati al mondo. Ma le opinioni su come valorizzare questa terra affacciata sull’Adriatico divergono. Un viaggio in tre luoghi con tre strategie turistiche diverse.
Voce dall'Albania
In Asia centrale milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile. Inoltre, le famiglie di contadini perdono i raccolti perché non possono irrigare a sufficienza le colture nei periodi di siccità. «Un solo mondo» si è recato in Tagikistan e Uzbekistan dove ha visitato un progetto volto ad assicurare l'approvvigionamento idrico in un villaggio e ha incontrato un'imprenditrice molto caparbia e perspicace.
Sul campo con...
Sempre più persone fondano micro ONG per promuovere l'aiuto allo sviluppo su piccola scala. Dietro a queste iniziative si cela spesso un certo scetticismo nei confronti delle organizzazioni internazionali.
Per ridurre la povertà nel mondo è fondamentale che le persone abbiano lavori dignitosi. Per questo motivo, la politica di sviluppo internazionale punta sulle collaborazioni con il settore privato. Le sfide sono molteplici e non solo da quando è scoppiata la pandemia.
Cosa significa lavoro dignitoso e come lo si crea? Nell’intervista, l’economista dello sviluppo Uma Rani e l’esperto di catene di creazione di valore Merten Sievers dell’Organizzazione internazionale del lavoro ci parlano di digitalizzazione, cambiamento climatico e responsabilità dell’Occidente.
Le multinazionali dell’IT sostengono che molti problemi sociali dell’urbanizzazione possono essere risolti tramite le nuove tecnologie dell’informazione. I ricercatori sostengono invece che la disoccupazione, la povertà e la mancanza di assistenza sanitaria non possono essere risolti con infrastrutture «intelligenti», ma solo con l’inclusione e la partecipazione.
Dal 31 marzo al 1° aprile si terrà a Ginevra il «International Cooperation Forum Switzerland» metterà al centro la mitigazione del cambiamento climatico e il rafforzamento della resilienza dei Paesi, delle popolazioni e degli ecosistemi vulnerabili. Esperti ed esperte anticipano temi, controversie e possibili soluzioni.
Il filosofo Ivo Wallimann-Helmer concentra le sue ricerche sull’etica in tempi di crisi climatica, in maniera particolare sulle questioni riguardanti l’equità. Il professore dell’Università di Friburgo sostiene che i Paesi industrializzati hanno una responsabilità morale nei confronti dei Paesi del Sud globale.
A sessant’anni dalla creazione dell’attuale cooperazione internazionale, il ministro degli esteri Ignazio Cassis chiede più ottimismo e ricorda che l’uomo non ha mai vissuto un’epoca migliore in termini di sicurezza e prosperità. La decarbonizzazione e la digitalizzazione saranno le sfide future più importanti, da cui dipenderà la soluzione dei principali problemi dell’umanità.
Il movimento Black Lives Matter ha riacceso la discussione intorno al razzismo strutturale e allo squilibrio di potere nell'aiuto umanitario, nella cooperazione allo sviluppo e nella promozione della pace. Il dibattito è lanciato, ma serve un dialogo aperto e onesto per affrontare un problema radicato nel DNA del settore.
Nessuno sviluppo senza pace. Fedele a questo principio, la Svizzera punta oltre che sull'impegno umanitario anche su strumenti di politica di pace in Siria. Uno di questi è la piattaforma di dialogo «Civil Society Support Room».
Per mitigare le conseguenze della crisi provocata dal COVID-19, i governi stanno investendo miliardi per stimolare le economie nazionali e salvare le imprese. Ma la maggior parte dei piani di rilancio non è in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e con l'Accordo di Parigi sul clima. Stiamo forse perdendo un'opportunità storica per rendere la società più giusta e l'economia più resiliente?
Nei Paesi a basso e medio reddito, l'accesso ai servizi sanitari è notevolmente migliorato negli ultimi vent'anni. Milioni di persone continuano però a morire ogni anno a causa delle cure di scarsa qualità.
Nel 2020, la cooperazione svizzera allo sviluppo ha definito la sua nuova strategia per i prossimi quattro anni. «Un solo mondo» ha voluto sapere dall'economista Isabel Günther e dal sociologo Elísio Macamo cosa contraddistingue una buona politica dello sviluppo e qual è la loro opinione in merito alla strategia della Confederazione.
Stando alle statistiche, la mortalità infantile si è dimezzata, le persone vivono più a lungo e la povertà estrema è in calo. Eppure è difficile dire se il mondo va meglio o peggio. È spesso una questione di credo che può avere importanti ripercussioni su vari ambiti della società, tra cui la cooperazione allo sviluppo.
Sul campo con...
Come garantire che anche i Paesi più poveri abbiano accesso ai vaccini contro il nuovo coronavirus? Le soluzioni proposte spaziano dalle licenze obbligatorie alle negoziazioni globali, fino alla condivisione di conoscenze e dati.
Per prendere decisioni ponderate e monitorare i progressi nella lotta alla povertà servono dati affidabili. Le informazioni e i calcoli degli esperti di statistica sono fondamentali per perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'Agenda 2030.
L'aiuto umanitario internazionale cerca di dare maggiori responsabilità e autonomia agli attori locali nella gestione dei fondi. Questo processo comporta vari vantaggi, ma è anche ricco di ostacoli.
Lo scorso 19 febbraio, il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente la strategia della cooperazione internazionale 2021–2024 che si vuole più mirata ed efficace. Un’attenzione particolare è prestata agli interessi della Svizzera e le regioni d’intervento passano da sei a quattro.
Per ridurre i flussi migratori, i leader politici di Stati Uniti ed Europa occidentale intendono puntare sull'aiuto allo sviluppo. Migliorando le condizioni di vita nei Paesi d'origine, sarebbe possibile ridurre il numero di chi intende partire, questa la loro tesi. Ma la cooperazione internazionale può davvero contribuire a frenare le migrazioni?
Vari studi confermano che l'aiuto sociale ha un impatto positivo sull'istruzione e sulla salute e accresce le opportunità di sottrarsi alla povertà. Eppure, i politici populisti di tutto il mondo continuano a indebolire la protezione sociale delle persone più indigenti.
Dopo oltre 50 anni di presenza, la DSC pone fine alla sua cooperazione bilaterale con il Pakistan. Cosa resta? E come avviene l'uscita di scena?
La Banca mondiale e molte organizzazioni per lo sviluppo sostengono che i conti di risparmio e l'accesso alle assicurazioni e ai prestiti sono strumenti importanti per combattere la povertà. Alcuni ricercatori nutrono invece dei dubbi sull'efficacia della cosiddetta «inclusione finanziaria».
Il turismo è un settore chiave per molti Paesi del Sud. Troppo spesso però ha un impatto negativo sull'ambiente e sulle popolazioni locali. Promuovere un turismo ecosostenibile e responsabile può contribuire a ridurre la povertà e a preservare le risorse naturali o è un mero specchietto per le allodole?
I migranti forniscono un importante contributo allo sviluppo dei
loro Paesi di origine. La storia della svizzero-tunisina Neila Boubakri-Kuhne illustra come si potrebbe sfruttare meglio il potenziale della diaspora. Il suo desiderio di favorire un cambiamento la porta da Gümligen a Ginevra e poi a Kalâat Senan in Tunisia.
In tutto il mondo la Cina investe miliardi in progetti infrastrutturali. Inoltre sta notevolmente rafforzando il suo impegno multilaterale in seno alle Nazioni Unite e la sua partecipazione alle missioni ONU di mantenimento della pace. Per puro tornaconto o è una nuova forma di cooperazione allo sviluppo iperefficiente?
Carta bianca
Anche se il pianeta potrebbe sfamare tutti, 815 milioni di persone soffrono di fame cronica. Negli ultimi anni, catastrofi naturali e conflitti armati hanno provocato gravi carestie in alcuni Paesi dell’Africa e del Medio Oriente. L’aiuto umanitario soccorre le popolazioni in difficoltà, ma non può lottare contro le cause.
Settant’anni fa, dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale la comunità internazionale si è riunita e ha adottato la «Dichiarazione universale dei diritti umani». Su questo documento poggia oggi un complesso sistema internazionale volto a tutelare i diritti umani. Ma tali principi sono viepiù messi in discussione sia nei Paesi del Sud sia in Europa.
La cooperazione allo sviluppo in Stati autoritari è un delicato esercizio di equilibrismo. In quali circostanze migliora l’esistenza della gente e quando, invece, peggiora addirittura la situazione?
Aiuto umanitario e cooperazione allo sviluppo non sono la stessa cosa: mandati diversi, strumenti diversi, orizzonti temporali diversi, crediti diversi. Il perdurare delle crisi in vari Paesi li obbliga però a collaborare in maniera sempre più stretta. I due approcci non sono quindi più separati da un confine netto.
La cooperazione svizzera allo sviluppo si basa principalmente sulla solidarietà che si esprime attraverso la lotta contro la povertà. Ma l’impegno della DSC produce anche molteplici benefici per le persone che vivono in Svizzera.
Voce dall'India
Quasi la metà della popolazione dei Paesi più poveri non ha accesso ai farmaci essenziali. Di chi è la colpa? Per gli uni va attribuita alle società farmaceutiche con la loro politica dei brevetti, per gli altri ai sistemi sanitari poco sviluppati. Le cause sono molteplici e la soluzione del problema va trovata coinvolgendo tutti.
Cooperazione allo sviluppo in cambio del rimpatrio di rifugiati respinti: è questa la strategia seguita da alcuni anni dall’UE per ridurre l’immigrazione. Vari studi evidenziano però che questo metodo può essere controproducente. Il dialogo e la collaborazione hanno maggiore successo.