Non basta l’impegno dei governi e delle Nazioni Unite per sradicare la povertà. Gli attori della cooperazione e le imprese private devono unire le forze per promuovere uno sviluppo sostenibile e una crescita equa. Queste alleanze strategiche assumono forme diverse a dipendenza dello scopo perseguito.
Sul confine tra il Bangladesh e il Myanmar, nei campi profughi di Cox’s Bazar le famiglie rohingya vivono in condizioni estremamente difficili e hanno enormi difficoltà ad accedere ai servizi di base. Uno dei maggiori problemi è la fornitura di acqua potabile.
Anche se il pianeta potrebbe sfamare tutti, 815 milioni di persone soffrono di fame cronica. Negli ultimi anni, catastrofi naturali e conflitti armati hanno provocato gravi carestie in alcuni Paesi dell’Africa e del Medio Oriente. L’aiuto umanitario soccorre le popolazioni in difficoltà, ma non può lottare contro le cause.
Settant’anni fa, dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale la comunità internazionale si è riunita e ha adottato la «Dichiarazione universale dei diritti umani». Su questo documento poggia oggi un complesso sistema internazionale volto a tutelare i diritti umani. Ma tali principi sono viepiù messi in discussione sia nei Paesi del Sud sia in Europa.
Da diversi anni il Sudan del Sud è vittima di una grave crisi umanitaria causata da una violenta guerra civile. Oltre la metà della popolazione non ha abbastanza da mangiare. Per combattere la malnutrizione e aumentare il reddito, nella capitale Juba molte famiglie coltivano verdura e frutta in orti urbani.
Aiuto umanitario e cooperazione allo sviluppo non sono la stessa cosa: mandati diversi, strumenti diversi, orizzonti temporali diversi, crediti diversi. Il perdurare delle crisi in vari Paesi li obbliga però a collaborare in maniera sempre più stretta. I due approcci non sono quindi più separati da un confine netto.
Le montagne hanno un’importanza cruciale per l’agricoltura, la sicurezza alimentare e la biodiversità. Oggi, questi ecosistemi sono più che mai sotto pressione a causa del cambiamento climatico. Solo uno sviluppo sostenibile può garantire il futuro delle popolazioni montane.